Laboratorio XIV: camicie sbottonate e borghesia.
Più: partigiane queer, Yourcenar e libri che fanno paura.
Laboratorio è un contenitore che riunisce link a testi, podcast e/o materiale video che hanno colpito la mia attenzione nel mese precedente (più o meno).
Oggi due sezioni: Leggere.
Alla fine parlo un po’ della prossima uscita di LAB, che arriverà il 2 luglio; Laboratorio tornerà il 16 luglio e poi la newsletter andrà in vacanza fino a settembre.
LEGGERE
Gog o della crisi culturale della borghesia italiana || Valerio Renzi || S’è Destra
Renzi mette in fila una serie di informazioni, che non riuscivo a collegare, riguardo alla casa editrice Gog e ad altre iniziative come L’Intellettuale Dissidente e Il Nemico — che spesso Instagram mi consiglia, per mia perplessità.
Beneath the White Scarf || Joanna Biggs || London Review of Books
Tipico bel pezzo LRB in cui si esaminano titoli minori o extra-letterari di un autore per poi tracciarne il profilo biografico, in questo caso Marguerite Yourcenar. Biggs comincia citando l’opinione di Annie Ernaux, che non può sorprendere nessuno; io, invece, sento affinità con entrambe le scrittrici. Ma l’altro polo rispetto a Yourcenar non è Ernaux, bensì l’altra Marguerite — Duras.
Partigiane queer. Cosa succede nel romanzo storico || Gianluigi Simonetti || Snaporaz
Simonetti analizza la ripresa di uno degli eventi fondanti dell’attuale stato italiano, vale a dire la Resistenza, con l’innesto di un elemento queer e femminile.
Ho subito ripensato alla vita di Gianna Ciao, fotografa e partigiana, della quale si può leggere in Fuori della norma: Storie lesbiche nell'Italia della prima metà del Novecento, a cura di Nerina Milletti e Luisa Passerini1.
Francine Van Hove.
Bernard-Henri Lévy: ideologo dell’Occidente? || Paolo Mossetti || Il Tascabile
Le bon vieux Béchamel! Camicia sbottonata del titolo e personaggio che imperversa da decenni, di cui per fortuna non esiste un reale equivalente italiano. Sotto certi aspetti, l’ho sempre trovato non molto distante da Carrère.
What’s the most frightened you’ve ever been by a book? || Tank Magazine
I film horror non mi spaventano mai, ma non leggo libri horror perché mi suggestiono facilmente: il discrimine è che i film provengono dall’immaginazione di qualcun altro, mentre i libri lasciano libera la mia. Qualcuno dà le prevedibili risposte pretenziose, però in generale è il tipo di pezzo leggero adatto ai primi caldi di giugno.
Los Angeles, Indiana || Jesse Barron || Granta
Un ricordo dello scrittore Gary Indiana, morto nell’autunno 2024. Durante gli incendi dell’inverno 2025 tutto il suo archivio è stato incenerito, il che forse mi ha rattristato ancora di più. Conosco Indiana soprattutto attraverso i suoi articoli per varie pubblicazioni, raccolti in Utopia’s Debris e Let It Bleed2; non mi resta che leggere i suoi romanzi.
Barron è anche l’autore di forse uno dei migliori articoli di cronaca nera che io abbia mai letto, The Girl From Plainville3, uscito su Esquire nel 2017.
Men in the Off Hours || Fernanda Eberstadt || European Review of Books
Mi interessa sempre il punto in cui l’arte, o la creatività, e il commercio si intersecano4, il luogo in cui abitava il mercante d’arte e pittore Gustave Caillebotte.
E LAB 59?
La terza e ultima uscita della stagione!
Sono abbastanza soddisfatta di LAB 57, molto meno di LAB 58 (sebbene l’abbia preparata con lo stesso impegno).
Vedremo che reazione avrò a LAB 59, che parlerà di due romanzi scritti in inglese: il più vecchio (1947) è di una scrittrice statunitense, da cui è stato tratto un film celebre ma poco fedele al testo originale; il più recente (1963) è di uno scrittore inglese all’esordio, da cui è stato tratto un film di ottimo livello che non ha lasciato il segno. Come da tradizione per il mese di luglio, entrambi rientrano nel genere giallo/noir/thriller.
L’immagine di copertina è un’opera di Francine Van Hove.
Ho cercato nel mio archivio qualche foto del libro, letto ormai nel 2019 (!), ma non ho trovato granché: un frammento su Il pozzo della solitudine di Radclyffe Hall, primo romanzo a mettere al centro una relazione lesbica senza feticizzarla, e qualche dichiarazione di Gianna Ciao sul suo milieu durante la guerra.
Della sua non-fiction al momento è disponibile la raccolta Fire Season.
Bisogna loggarsi con Facebook o Google, ma l’articolo è gratuito. Sul sito di Barron c’è l’elenco di tutti i suoi articoli, ci sono modi peggiori di passare un pomeriggio o una serata.
Per esempio, cos’hanno in comune tutti i più grandi stilisti? Oltre alla singolarità del proprio talento, un partner capace di sostenerli dal punto di vista aziendale (quindi, generalizzando e limitandomi ai confini nazionali: Armani e Sergio Galeotti, Prada e Patrizio Bertelli, Valentino e Giancarlo Giammetti, Krizia e Aldo Pinto…).