Laboratorio XII: amanti, Substack e colpi bassi.
Poi: tradurre insieme alla propria madre, Arbasino, Buzzati, e il non dover per forza essere "la prima".
Laboratorio è un contenitore che riunisce link a testi, podcast e/o materiale video che hanno colpito la mia attenzione nel mese precedente (più o meno).
Oggi solo una sezione: Leggere. Forse il Laboratorio più breve di sempre.
In fondo, un indizio per la prima uscita del 2025 della newsletter, che arriverà il 7 maggio.
Il prossimo Laboratorio arriverà il 21 maggio.
🌧️ LEGGERE
Amanti, cognac e colpi bassi: una giornata all’Einaudi || Simonetta Fiori || La Repubblica
Il mese scorso ho letto Legami molto stretti, un bel romanzo della fotografa e scrittrice Carla Cerati; uno dei personaggi principali è modellato su un’amica di Cerati: la giornalista e traduttrice Marialivia Serini. Incuriosita, sono andata alla ricerca dei pezzi di Serini, scovandone non pochi (tra cui forse la cosa più bella che io abbia mai letto sulla lavorazione de Il Gattopardo di Luchino Visconti). Non sono riuscita a rintracciare un’intervista di Serini ad alcuni dipendenti Einaudi nel 1948 — Ginzburg, Pavese, un giovane Calvino — ma, in compenso, ho trovato questo commento su Repubblica (risalente al 2017) del diario di Daniele Ponchiroli che mi ha molto divertito.
Ultimo dettaglio einaudiano: Carla Cerati era sposata con Roberto Cerati, altra figura importante della casa1.
Everyone Has a Substack. What Could Possibly Go Wrong? || Jessica Karl || Bloomberg
Non so fino a che punto l’ambiente giornalistico statunitense possa avere assonanze con quello italiano, considerato che sotto la corona delle Alpi il degrado è in atto da più tempo e in maniera più grave.
Nelle classifiche disponibili sull’app di Substack, che tracciano le newsletter emergenti e quelle con più iscritti paganti, la top bestseller globale (sottolineo: non limitata ai confini nazionali) tra le newsletter nella categoria Culture è Vale tutto di Selvaggia Lucarelli2. Affascinante, no?
On not being the first || B.D. McClay || Notebook
La premessa è che B.D. McClay scriverà una biografia di gruppo su Joanna Russ, James Tiptree Jr. e Ursula K. Le Guin, e io ne sono molto contenta, perché McClay è una dei miei critici preferiti. Qui si concentra su una questione laterale ma legata al venturo libro: utilità e superfluità dell’essere “la ‘prima donna’ ad aver scritto fantascienza”.
So what happens if we conceive of these authors as in a relationship with one another, rather than as isolated moments? That is, they are building off each other, riffing off each other, tearing down each other, and hating each other (negative relationships are still relationships, after all).
‘The Joy of Translating is Gone’ || Yukiko Duke || Swedish Book Review
Il duo coniugale Larissa Volokhonsky-Richard Pevear è celebre nel mondo anglosassone per le loro traduzioni dal russo (non apprezzate da tutti); in Svezia, Yukiko Duke e sua madre Eiko, mancata da poco, traducevano dal giapponese. Suggerito a chi ama Haruki Murakami3, ma non solo.
Quanto ci manchi, Arbasino! || Goffredo Fofi || Lucy
Nell’ultimo periodo sto pensando molto all’Alberto a causa di uno dei due libri LAB di giugno; chi è iscritto alla newsletter da più tempo forse ricorderà che qualche anno fa avevo parlato del suo Anonimo lombardo.
Scrittore più citato che letto, e, se letto, letto male4 e imitato peggio — però non da Goffredo Fofi.
Senza dubbio attirerei molte nuove iscrizioni se scrivessi una polemica inutile riguardo iniziative sterili come il Miu Miu Literary Club (siamo tutti in grado di usare Google e cercare “reading as a status symbol”, direi — altrimenti, Bookishness di Jessica Pressman è uscito nel 2020).
Invece: visto che oggi ci sono pochi link5, un bonus su Dino Buzzati (che nell’ultimo periodo riceve una certa attenzione nell’anglofonia) da Vicino e distante di Camilla Cederna:
Un pensiero adatto all’autore di Un amore.
🔵 LAB 57
Siccome brancolo in piena fase egoriferita “perché ho deciso di scrivere di questo tema, perché vado a impelagarmi in situazioni del genere, perché mi do queste scadenze? non me lo ha chiesto nessuno!”, manco dell’agilità mentale necessaria per inventarmi un indizio.
Così, ecco alcuni libri che sto leggendo o rileggendo per l’uscita de L’altra biblioteca che arriverà il 7 maggio.
L’immagine di copertina è una screencap da Le bonheur di Agnès Varda (da dove proviene anche l’immagine della pagina Ko-fi della newsletter), che in italiano si chiamerebbe apparentemente Il verde prato dell’amore.
Pochi oggi sembrano ricordarlo, sebbene — insieme al collega Gianni Berengo Gardin — Carla Cerati firmi le fotografie uno dei libri più importanti del Novecento: Morire di classe, concepito da Franco Basaglia e Franca Ongaro, che era uscito proprio per Einaudi nel 1969.
Qui uno screenshot scattato ieri sera, per chi non ha l’app di Substack.
Verso il quale mi dichiaro agnostica.
Importante fare autocritica: ho proprio scritto una frase fatta da vecchio trombone.
In realtà di solito sono anche troppi, come non mancano mai di farmi notare i miei angeli del marketing. Troppi link, non abbastanza hero posts :(