Laboratorio V
Un libro di Simenon, il canone letterario della Silicon Valley, la catena di montaggio del romance; uno scrittore ucraino, uno scrittore palestinese, uno scrittore italiano.
Buongiorno! Vista la quantità di nuove iscrizioni arrivate grazie alla gentile segnalazione di Ludovica Lugli nel podcast Comodino, penso sia il caso di presentare in breve la newsletter.
L’altra biblioteca è nata nel gennaio 2020, da una lettrice come tante.
Oggi inizia una nuova stagione, che proseguirà fino a dicembre con due uscite mensili: il primo mercoledì del mese arriva un’uscita strutturata come un saggio, di solito dedicata a un libro o a un gruppo di libri; il terzo mercoledì del mese c’è Laboratorio, un contenitore che riunisce link a testi, podcast e/o materiale video che hanno colpito la mia attenzione nei trenta giorni precedenti.
Nella lettera di oggi ci sono due sezioni, Leggere e Ascoltare; in chiusura, qualche parola sull’uscita del 2 ottobre, con il consueto indizio.
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🌀 LEGGERE
Rethinking Holocaust Memory after October 7 | Marianne Hirsch | Public Books
Marianne Hirsch è la studiosa che ha introdotto il concetto di post-memoria per riferirsi al rapporto dei discendenti dei sopravvissuti dell’Olocausto con il genocidio ebraico sul suolo europeo; lo stesso concetto viene oggi applicato più generalmente anche alle generazioni successive. Questo lungo scritto, che parte dal discorso di Jonathan Glazer agli Academy Awards in cui il regista ricusava la strumentalizzazione della sua identità ebraica e dell’Olocausto da parte dell’occupazione israeliana, riflette sul modo in cui il ricordo e l’analisi della Shoah hanno eccezionalizzato un genocidio invece di inserirlo in un più vasto contesto sociale. Hirsch è a sua volta la figlia di due sopravvissuti originari di Chernivtsi, la città di Paul Celan.
The Buried Book That Helped Ukraine’s Literary Revival | Andrew E. Kramer & Maria Varenikova | The New York Times
Volodymyr Vakulenko era un affermato autore di libri per bambini, poco favorevole alle forze occupanti russe. Prima di essere ucciso, aveva scritto delle sue esperienze e aveva poi sepolto il testo sotto un ciliegio. La scrittrice Viktoria Amelina, venuta a conoscenza dell’esistenza del libro, l’aveva cercato e l’aveva spedito a una casa editrice, corredato di una sua prefazione; Amelina è stata uccisa in un raid a Kramatorsk nel giugno 2023. Nel maggio scorso, la tipografia Factor-Druk, che avrebbe dovuto stampare l’opera di Vakulenko, è stata bombardata, lasciando otto morti e ventidue feriti; a luglio, il libro di Volodymyr Vakulenko, I Transform, era in libreria, sancendo un ritorno di interesse degli stessi ucraini per la propria letteratura nazionale.
The unpublished genocide diaries of Refaat Alareer | Electronic Intifada
Nel dicembre 2023, il professor Refaat Alareer è stato ucciso da un bombardamento israeliano; la sua poesia If I Must Live, scritta nel 2011, aveva circolato molto. Qui si può leggere un estratto dai suoi diari, disponibili da dicembre in una raccolta dallo stesso titolo. Nel 2015 Lorusso editore aveva pubblicato Gaza writes back, un’antologia di racconti di giovani scrittori e scrittrici palestinesi, curata da Alareer.
Fantasie siberiane. Quando Lilin si è inventato tutto | Anna Zafesova | La Stampa
Del lavoro di Anna Zafesova, che cerco di leggere sempre, apprezzo soprattutto la capacità di inserire l’attuale conflitto in Ucraina in una cornice storica che ha radici nel periodo sovietico. Questo suo pezzo, che risale al 2009 (!), è una disamina di Educazione siberiana, il primo libro di Nicolai Lilin, losco personaggio tornato alla ribalta negli ultimi due anni come sedicente esperto.
World Literature, 1600 | Julianne Werlin | Life and Letters
Le note di Substack talvolta mi portano a scoprire libri affascinanti che probabilmente da sola non avrei trovato. In questo caso, The Age of Silver: The Rise of the Novel East and West di Ning Ma, uscito nel 2016 per l’Oxford Press. Ma analizza quattro romanzi — lo spagnolo Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, l’inglese Robinson Crusoe di Daniel Defoe, il giapponese Vita di un libertino di Ihara Saikaku e il cinese La prugna nel vaso d’oro di un anonimo o un’anonima — per delinearne i parallelismi, ancora più interessanti considerato che i vari autori non erano in grado di leggersi l’un l’altro (per barriere linguistiche e generazionali). Cosa c’entra l’argento del titolo? È l’argento del Sud America, che si fermava per breve tempo in Europa prima di arrivare fino in Cina lungo le vie del commercio: anche la storia del romanzo può essere altrettanto globale.
The Silicon Valley Canon | T. Greer | The Scholar’s Stage
Mi piace sapere cosa leggono le altre persone, anche se magari abbiamo gusti poco compatibili, e trovo sempre affascinanti certi trend che emergono grazie ai/sui social media (per esempio, la passione per i libri di Osamu Dazai e di Fëdor Dostoevskij). Come dice Greer stesso, questo canone non rappresenta una lista di letture obbligatorie, quanto un elenco di titoli che sembrano tornare spesso nei discorsi dei grandi vecchi e dei giovani rampanti della Silicon Valley, che, nonostante la loro eterna ricerca di disruption, non sembrano granché capaci di uscire da certi recinti. Apprezzabile la divagazione sociologica su Washington D.C. vs. Silicon Valley.
Will this startup be the A24 of romantic fiction? | Emily Sundberg | Feed Me
Nelle ultime settimane ho visto vari tentativi di generare hype intorno al primo libro pubblicato da 831 Stories, un imprint di Authors Equity che si occuperà di romance — vedi per esempio questo pezzo su Vanity Fair. Authors Equity si descrive come “una casa editrice collaborativa intenta a ridefinire la relazione tra autore ed editore”, che prende “gli elementi migliori dell’editoria tradizionale e li combina con un approccio nuovo per aiutare gli autori ad avere successo nel mercato odierno”. Il loro primo libro (tramite 831 Stories, appunto), è Big Fan di Alexandra Romanoff, che ha al centro una consulente politica e l’ex membro di una boy band1. Il dettaglio che trovo più interessante è la risposta delle due fondatrici a questa domanda di Sundberg:
Non è una novità per un genere che più di altri si articola su topoi ripetuti, tuttavia mi ha sorpreso che si parli così apertamente di questo lavoro di assemblaggio. Più che A24, mi sembra che il modello sia più vicino a quello delle case discografiche che in scuderia hanno parolieri e produttori, oppure proprio la musica del Brill Building, per rimanere nell’ambito musicale statunitense. Non può mancare il merch, visto che oggi i libri si vendono così (per quanto riguarda la narrativa più letteraria, impossibile dimenticare il bucket hat di Mondo bello, dove sei? nel 20212 o il classic baseball cap dedicato ad Annie Ernaux che la sua casa editrice statunitense Seven Stories aveva messo in vendita l’anno scorso — non così lontani, del resto, dai gadget estivi delle case editrici italiane).
Why can’t Christian Petzold adapt Georges Simenon? | Tobias Grey | A Rabbit's Foot
Il Simenon in questione è uno dei romans durs più celebri dell’autore belga, ovvero La neve era sporca (Adelphi, traduzione di Mario Visetti). Christian Petzold, uno dei maggiori registi tedeschi (europei?) contemporanei, ne saprebbe trarre un grande film: sa maneggiare il noir e ha una capacità rara nel dirigere attori e attrici. Perché allora non ci è ancora riuscito? Alla fine si parla anche del suo prossimo film, che inizierà a girare in primavera.
💠 ASCOLTARE
With Renata Adler | Unburied Books
Un’ora con la giornalista e scrittrice Renata Adler, dove torna sui suoi inizi al New Yorker con Mr. Shawn, sul suo percorso e sui libri che ammira (per esempio, L’onorevole scolaro di John Le Carré). Nel suo secondo romanzo, Speedboat, del 1976, c’è uno dei più begli incipit della letteratura statunitense3:
Nobody died that year. Nobody prospered. There were no births or marriages. Seventeen reverent satires were written—disrupting a cliché and, presumably, creating a genre. That was a dream, of course, but many of the most important things, I find, are the ones learned in your sleep. Speech, tennis, music, skiing, manners, love—you try them waking and perhaps balk at the jump, and then you’re over. You’ve caught the rhythm of them once and for all, in your sleep at night. The city, of course, can wreck it. So much insomnia. So many rhythms collide. The salesgirl, the landlord, the guests, the bystanders, sixteen varieties of social circumstance in a day. Everyone has the power to call your whole life into question here. Too many people have access to your state of mind. Some people are indifferent to dislike, even relish it. Hardly anyone I know.
E IL BONUS LAB?
Questa sezione dell’odierno Laboratorio ha avuto varie incarnazioni: in alcune non spiegavo niente e mettevo soltanto l’indizio, in altre mi dilungavo invano.
Ciò che è necessario dire è che, come tutti i Bonus, non sarà un’uscita convenzionale della newsletter — in questo caso perché i libri che tratterò non sono necessariamente consigliati (anche se magari qualcuno potrebbe decidere di leggerli lo stesso, perché no?).
Nell’ultimo Laboratorio scrivevo che l’idea mi era venuta da una conversazione con una persona, il che è vero e falso allo stesso tempo. Alla fine dell’inverno scorso mi stavo lamentando con GdP riguardo la mancanza di pezzi interessanti dal punto di vista critico-letterario, facendo l’esempio di qualcosa che avrei voluto leggere; lui aveva risposto che sarebbe stato interessante soltanto se l’avessi scritto io. Non mi sembrava un’idea sensata per varie ragioni, tra le quali la mia scarsa tolleranza per l’adulazione, ma intanto mi aveva messo il tarlo.
Il 29 maggio, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno, GdP si è tolto la vita, così ho deciso di scrivere quel pezzo in sua memoria. Era e rimane il mio lettore ideale.
Dopo After e The Idea of You, Harry Styles sembra rimanere una musa.
Per Intermezzo si parla di “exclusive merchandise” ma apparentemente nulla di altrettanto iconico. Dommage!
Reso così da Silvia Pareschi nella traduzione italiana intitolata Mai ci eravamo annoiati (Mondadori):